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Rischi sull'accensione del 2° faro sul K7

Sezione dedicata alle leggi che tutelano noi consumatori e alle leggi che disciplinano le due ruote.
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Rischi sull'accensione del 2° faro sul K7

Messaggioda Blackhorse » mar set 12, 2006 2:28 pm

Siccome sono molto curioso su quello che ha da dirci revesa riguardo l'argomento, riprendo la domanda posta da Knarf:
"Se mi dovessero fermare e mi contestassero, per ignoranza (nel senso buono del significato), che ho un faro spento, come faccio a dimostrargli che l'omologazione non lo prevede?
Potrebbe succedere sia in Italia che all'estero dove potrebbe essere diversa l'omologazione e quindi essere abituati a vedere K7 con il doppio faro."

PS: perdonami Knarf se ho preso la tua domanda dal topic del "Fai da te" ma non riesco ad aspettare gli admin, mi interessa troppo!
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Re: Rischi sull'accensione del 2° faro sul K7

Messaggioda revesa » mer set 13, 2006 10:48 am

Blackhorse ha scritto:Siccome sono molto curioso su quello che ha da dirci revesa riguardo l'argomento, riprendo la domanda posta da Knarf:
"Se mi dovessero fermare e mi contestassero, per ignoranza (nel senso buono del significato), che ho un faro spento, come faccio a dimostrargli che l'omologazione non lo prevede?
Potrebbe succedere sia in Italia che all'estero dove potrebbe essere diversa l'omologazione e quindi essere abituati a vedere K7 con il doppio faro."

PS: perdonami Knarf se ho preso la tua domanda dal topic del "Fai da te" ma non riesco ad aspettare gli admin, mi interessa troppo!

Si dà per certo, che ognuno che lavora sappia svolgere il suo.Purtroppo sappiamo tutti che non è sempre così.Si creano così situazioni conflittuali che per dirimerle, a volte, si deve ricorrere a terzi.E' questa la situazione prospettata.Vengo fermato su strada da operatori di Polizia per controllo.Mi viene contestata la NON accensione del 2° faro anabbagliante, e viene redatto, a mio carico, relativo verbale.Ora bisogna distinguere,tra gli artt. previsti, quale è stato applicato.
Gli artt. del N.C.d.S che interessano il caso sono : Art.72 ; 78 e 152.
1) - L'art. 78, prevede, come sanzione accessoria, il ritiro della Carta di Circolazione, che sarà inviata alla MC ,in quanto organo tecnico istituzionale previsto,per verificare il sussistere,o meno, della situazione che ha generato il verbale.Questo è il caso più "facile" perchè alla MC siamo costretti ad andarci per sottoporre a revisione straordinaria (così si chiama l'operazione) il ciccino, per riavere la Carta di circolazione.Superata la revisione straordinaria, che verterà quasi esclusivamente sui motivi in verbale, viene restituita la carta di circolazione con annotata l'operazione effettuata, i motivi e l'esito.Ciò fatto, abbiamo a disposizione una prova inconfutabile,certa e ufficiale di come stanno le cose, e con essa :A) fare ricorso ai soliti organi previsti
per l'annullamento del verbale; B) adire a vie legali (meglio se dopo l'annullamento del verbale,ovvio) per eventuale risarcimento.
2) - Gli artt. 72 e 152, NON prevedono la sanzione accessoria del ritiro della carta di circolazione.Quindi dovremo chiedere noi alla MC, tramite apposito stampato e bollettini postali,di sottoporre a "visita e prova" (così si chiama l'operazione) il Ns ciccino e, in particolare, l'accensione
del faro anabbagliante.Sarà dato responso ufficiale a questa prova, e ci troveremo così nella stessa situazione finale, descritta al punto precedente.Con le stesse possibilità operative.
3) - All'estero il problema con i K7 non sussiste, in quanto dotati di omologazione EUROPEA (e4*2002/24*1052) e quindi, per dirla breve, tutti uguali in tutta Europa. Per i precedenti modelli stesso iter del punto
2) con in più,ovviamente,la difficoltà di esibire le prove ad autorità estere.Questa la norma.Per le considerazioni rimando a ciò che ho scritto
nell'altro Topic "Rischi sull'accensione del 2° faro sul K7" Sez. "Fai da te".Un saluto.
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Re: Rischi sull'accensione del 2° faro sul K7

Messaggioda Tallic » mer nov 15, 2006 8:48 pm

revesa ha scritto:Si dà per certo, che ognuno che lavora sappia svolgere il suo.

Giusto, al 100%. Quindi bisogna che gli accertatori abbiano una "pezza d'appoggio" dalla quale si possa inequivocabilmente desumere che il mezzo è stato omologato per il funzionamento con un solo anabbagliante in funzione. Mi spiego meglio. Se nella carta di circolazione ci fosse riportata la dicitura che il mezzo è stato concepito ed omologato per funzionare così, non si potrebbero elevare contravvenzioni. Ma non è così e non si può pretendere che gli accertatori debbano sapere le specifiche di ogni auto/motoveicolo. Quindi, l'unica soluzione, nel caso qualcuno voglia elevare la contravvenzione è quella di cercare di spiegare che il mezzo è in ordine, che deve funzionare così e sperare nell'indulgenza.
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Messaggioda revesa » gio nov 16, 2006 9:58 am

Ciao Tallic,in linea di principio nulla da eccepire,ma ti ricordo che ogni tipo di lavoro ha le sue sfaccettature,dubbi,perplessità e quant'altro,che formano quel "limbo" in cui solo il nostro buon senso può farci venir fuori e conferire così al nostro lavoro livello di dignità e,credo, anche di soddisfazione.Che sarebbe del nostro lavoro senza ciò?In questo caso la norma non prevede che sulla carta di circolazione sia riportato anche il modo di accensione dei fari (ecco la sfaccettatura,il dubbio) come risolvere?Dipende,ovviamente, dalle persone;chi redige verbale e basta, chi si fida della parola del conducente, chi soprassiede e poi va ad accertarsi di come stanno le cose ecc. ecc.Le reazioni possono essere le più disparate, dettate anche dalle più svariate situazioni del momento.Quindi, se norma non dice,buon senso risolve (questa m'è venuta di getto :lol: ).Questo è,ovviamente, soltanto il mio pensiero al riguardo.Un saluto.
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Messaggioda Tallic » gio nov 16, 2006 2:48 pm

Un esempio che mi è venuto in mente è relativo al terzo stop. Anni fa è iniziata la produzione di alcuni modelli di automobili con di serie il terzo stop. Un mio amico comprò la macchina nuova equipaggiata con tale accessorio. I CC l'hanno fermato dopo 3 giorni che l'aveva e gli hanno contestato il fatto che sul C.d.S. non è previsto tale supplementare dispositivo. Ovvio che ha cercato di dimostrare che non era frutto di modifiche, ma che la casa già equipaggiava il modello in quel modo (facendo osservare la struttura perfettamente integrata e non posticcia, quindi non di successivo montaggio) e che in altri paesi era consentito ed in alcuni d'obbligo. Ma nel nostro no, effettivamente il C.d.S. non lo prevedeva (ora sinceramente non so se è stato integrato o meno) e quindi hanno elevato la contravvenzione. Buon senso, pietà, comprensione, e tanti fattori possono concorrere al fatto che gli accertatori elevino o meno una contravvenzione. Di sicuro è che la legislazione (come in ogni campo di applicazione) anche sul C.d.S. presenta falle, bachi, ed è soggetta ad interpretazione. Un po' come windows, con l'uso continuo si presentano nuovi problemi che poi bisogna risolvere. Intanto, come ho detto prima, non si può far altro che sperare nelle capacità intellettive o nel fatto che non si applichino letteralmente le norme.
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