Perdonami...
Si: l'ho letto tutto e due cose mi sono subito balzate all'occhio.
La prima è che tutto il trattato non mi pare scritto per il grande pubblico ma mi sembra molto di più un manuale per addetti ai lavori, o al massimo uno di quei testi che vengono distribuiti ai partecipanti ad un convegno. Se era destinato al pubblico, mi pare scritto male non tanto nei contenuti quanto proprio nel lessico.
E a questo mi aggancio per la mia seconda considerazione: con la parola "motociclista" è evidentemente intesa proprio quella cerchia ristretta di particolari motociclisti che si vuole perseguire. Hanno scritto "motociclista" per comodità di comprensione, brevità e immediata comprensione: gli autori potevano scrivere "quel pazzoide criminale con la moto elaborata". Saremmo stati più contenti noi "grande pubblico", vedendoci riconosciuta la distanza dagli altri, ma come dicevo a mio parere questo testo aveva una diversa finalità e pubblico di destinazione.
Anche noi alle riunioni di Comando se parliamo dei venditori abusivi per comodità tra di noi può anche venirci da dire "il senegalese" (che poi a Bologna sono più pachistani), ma proprio noi mentre diciamo quella parola, abbiamo ben presente a chi e a quale fenomeno ci riferiamo, sapendo benissimo che la maggior parte dei senegalesi (e pachistani) che vivono a Bologna fanno i muratori e non i venditori abusivi.
Insomma, per come lo leggo io, non mi pare che quel testo abbia l'intenzione di criminalizzare l'intera categoria dei motociclisti, ma una sua cerchia più ristretta, che di fatto è criminale e mette in atto comportamenti criminali.
Se leggi ancora, noti anche quanta particolare attenzione venga posta nello studio dei luoghi ove organizzare il "posto di controllo", in maniera che la fermata del gruppo possa avvenire con la massima sicurezza, sia degli operatori delle FF.OO. ma soprattutto dei motociclisti stessi.
Più oltre hai letto che su quelle strade sono stati installati i guard-rail bassi di gomma, per impedire ai corpi che carambolano in seguito ad una caduta, di venire falciati dai paletti-lame dei guard-rail stessi.
Hai letto anche una critica alle strade stesse, che in troppi punti sono prive di segnaletica.
Poi c'è una frase da te riportata che ti ha un pò scandalizzato e che riprendo qui:
"
Si tenga presente che percorrere un rettilineo a 90 km/h, e quindi entro il limite consentito, già predispone il motociclista ad immettersi nell’opposto senso di marcia per affrontare la curva senza uscire di strada che è, peraltro, la causa principale e più frequente degli incidenti stradali che si verificano nelle strade montane"
che è esattamente ciò che fanno!
Questi "delinquentisti" (ti piace di più?
) se arrivano da un rettilineo e la prossima curva è a destra, invadono completamente la corsia di sinistra contromano, ginocchio giù, gasssssssss.....e BAM!!!!
Più oltre si legge che le "auto civetta", che ti hanno così scandalizzato, sono servite per stroncare il fenomeno che nel testo spiega in maniera lampante: le "prove libere".
Penso che non servano ulteriori commenti!
Io, quando ho cominciato ad occuparmi del fenomeno, quando lavoravo sulle colline sopra Forlì, subito un'idea mi si è resa chiara in testa: questa gente prima di mettersi in moto, tira di coca o si scola una bottiglia di vodka! Non trovo altra spiegazione per comprendere un comportammento evidentemente votato alla lesione personale che può arrivare fino alla perdita della vita. Non è pensabile che una persona nel pieno delle sue capacità mentali possa decidere di invadere tutta la carreggiata opposta a velocità folle e affrontare tutta contromano una curva della quale non ha la percezione di cosa ci sia 10 metri più avanti (che a quella velocità diventano pure meno). Potrebbe esserci un'altra moto che viene in senso contrario, un'auto, un camper o un camio. Eppure...
L'unica spiegazione che mi sono dato è appunto che queste persone abbiano le capacità sensoriali e intellettive annebbiate o compromesse e pertanto non percepiscano il minimo senso del pericolo. Da qui l'indole innata del "delinquentista" che se vede una paletta delle FF.OO. come prima reazione ha quella di "spalancare" e dileguarsi il più in fretta e più lontano possibile, soprattutto se ha sotto il sedere una costosa moto non immatricolata, non assicurata e con gomme slick, che sarà confiscata e pressata.
Ben lungi da me l'dea di andargli dietro, sia perchè non lo prenderei mai, ma soprattutto perchè la prima cosa che NON voglio è che si ammazzi per scappare da me!
Vedi, quando nel testo leggiamo che il limite di 90 all'ora in taluni punti è sbagliato, si riferisce proprio a questo: ammesso che il "delinquentista" rispetti qul limite, 90 all'ora sono già sufficienti per permettere una impostazione "corsaiola" della curva a destra, e pertanto se in condizioni normali sarebbe un limite accettabilissimo, in talaltre non va più bene.
Vedi, tu hai ragione a dire che bisogna mettere in campo mezzi di prevenzione più che di repressione e criminalizzazione. Ma se la prevenzione ad un certo punto non basta più o non colpisce là dove deve arrivare, quando ti ritrovi a rilevare un incidente mortale ogni sabato pomeriggio, tu FF.OO. bisogna che in un modo o nell'altro un fenomeno criminale lo stronchi. Magari non direttamente sulla strada quel preciso giorno, ma se riesci in qualche modo a leggere la targa (dritta) di qualcuno di questi, poi lo vai a prendere a casa. Capisci cosa intendo?
E questo anche per la sicurezza degli stessi "criminalisti", sia perchè comunque su un letto di obitorio ritorniamo ad essere tutti uguali, e sia per evitare fenomeni criminali contrari. Ricorderai di quel ragazzo che facendo fuoristrada con gli amici (non avrebbe dovuto, ma ciò non giustifica) morì decapitato perchè un pazzo peggio di lui tirò un filo di ferro tra due alberi. Oppure diversi anni orsono (io ero ragazzo) c'era qualcuno che spargeva gasolio in mezzo alle curve dei passi di collina dell'Emilia. Non fù mai preso (come non venne mai preso quello che uccise il ragazzo che faceva fuoristrada), ma il guaio è che si fece male tanta gente, e nella scarpata ci volarono anche persone che se ne andavano tranquille per la loro strada.
Insomma, per come lo leggo io, quello è un testo che non vuole criminalizzare nessuno che non sia veramente un criminale, e vuole far comprendere come stroncare il fenomeno bastonando chi quel fenomeno costituisce ed alimenta.
Certi termini sono improprio per il grande pubblico, ma come dicevo all'inizio, secondo me non è stato scritto per il grande pubblico.